Può essere interessante o perfino illuminante, anche se non si è allevatori e neppure si pensa di diventarlo, conoscere quali sono i comportamenti riproduttivi nativi, ancora dettati e guidati dalla selezione sessuale da un lato e le tecniche della selezione artificiale dall’altro, dettati dalle scelte operate dalla nostra specie su quella canina, da molte generazioni una dopo l’altra, a volte centinaia di generazioni, nel mondo cinofilo.
I cani che adottiamo sono frutto di accoppiamenti spontanei, coppie che si sono formate solo per il tempo di una monta, oppure più stabili nel tempo, in gruppi che vivono vaganti e che costituiscono entità sociali capaci di offrire supporto reciproco, legami affettivi e radici territoriali. Cani che vivono liberi.
L’attrattiva naturale che la femmina in estro esercita sui maschi è spesso il motore del tutto, necessaria e sufficiente. Quali sono i comportamenti naturali codificati nel network riproduttivo dell’etogramma?
E’ giusto conoscerli bene. Il corteggiamento, l’avvicinamento, l’atto, la partecipazione o invece il rifiuto.
Diverse sono le tecniche della selezione in allevamento. La costruzione di una genealogia passa per la scelta dei riproduttori, le giuste combinazioni, gli attestati di salute e l’attenzione al temperamento. I buoni allevatori conoscono le linee genetiche della razza molto bene e ogni volta che decidono per un accoppiamento vagliano le possibilità offerte dalle attuali conoscenze tenendo a mente pro e cons di ognuna.
Le qualità della femmina riproduttiva e quelle del maschio.
Come riconosciamo queste qualità?
Quali invece i motivi per cui l’allevatore ricorre alla fecondazione artificiale?
A volte non si riesce a farne a meno: in alcune razze purtroppo le capacità funzionali necessarie a concludere l’intero percorso riproduttivo non sono ben presenti e ne esploreremo i motivi.